Acquedotto Augusteo del Serino - Napoli, Città Metropolitana di Napoli

Stefania

Stupenda location da visitare assolutamente per scoprire i resti dell' acquedotto romano del serino custoditi nelle viscere del quartiere Sanità.
Spesso la location accoglie mostre di arte moderna . Ieri c'era una bellissima Personale di pittura di Matteo Silverii artista /architetto napoletano.

Mario Ricci

Le cavità della Napoli sotterranea furono create dai coloni greci quando nel IV secolo a.c. cominciarono ad estrarre il materiale necessario ad edificare la città che si trova sopra di esse.
Neapolis, ossia nuova città, era racchiusa in un perimetro rettangolare le cui mura seguivano il tracciato di via Foria a nord, via Costantinopoli ad ovest, la strada attigua a Castel Capuano a est e verso sud il mare, che allora giungeva all attuale corso Umberto I.
La città nuova era separata dalla vecchia costruita nel IX secolo a.C. ad opera degli abitanti di Rodi, che attraversarono il Mediterraneo per commerciare e costruirono una cittadella di approdo sull isolotto di Megaride, nei pressi dell attuale Castel dell’Ovo, chiamata Partenope e successivamente Palepolis, ossia vecchia città.
Alla fine del loro utilizzo, queste cavità furono successivamente sfruttate come acquedotto dagli stessi greci, i quali misero in comunicazione le cisterne attraverso una rete di cunicoli che andavano a prelevare l'acqua da una sorgente alle falde del monte Somma, nel paese di Volla, da cui nacque il nome acquedotto della Bolla.
In seguito i romani ampliarono questo sistema creando 400 km di cunicoli e cisterne sotterranee che dalla sorgente del Serino, sul monte Terminio, nell avellinese, distribuiva l'acqua in tre diramazioni principali.
Una giungeva fino ai paesi di Pompei , Ercolano e Stabiae ; la seconda approvvigionava Napoli , Casalnuovo e Acerra ; la terza arrivava a Bacoli per riempire la cosiddetta Piscina Mirabilis, un immenso serbatoio di 12000 mc di capacità, alta 15 metri, lunga 72 e larga 25, ricoperta da una volta a botte sostenuta da 48 enormi pilastri cruciformi, capolavoro di ingegneria romana, ancora oggi visitabile.
Durante il vice regno spagnolo nel XVII secolo l'espansione demografica rese necessario l'ampliamento della rete idrica e ci pensò un privato: il conte di Carmignano, il quale a sue spese costruì un nuovo acquedotto fatto sostanzialmente da cunicoli, che, in alcuni tratti, correva superiormente a quello greco-romano riempiendolo per caduta.
Alla metà del Settecento fu il Vanvitelli, per volere di re Carlo III di Borbone (da cui il nome Carolino), a creare un nuovo ponte, prelevando le acque dal Faenza, passando per il casertano, per alimentare le fontane monumentali della reggia e giungendo ancora a Napoli.

Nel 1885 il regno d’Italia decretò la definitiva chiusura dell acquedotto della Bolla.

Costanza Falanga

Luogo magico nel cuore della Sanità, scoperto e riportato alla luce da un gruppo di volenterosi e bravi privati che lo gestiscono tramite associazione e ne hanno cura. Visitato in data 12 novembre con la gentilissima ed esperta guida dell'architetto Paola Silverii (uno dei soci dell'associazione che tutela l'antichissimo Acquedotto) è stata un'esperienza unica e sorprendente. Un sito d'arte e di Storia poco noto e pubblicizzato che merita la visita guidata di poco più di un'ora per conoscerlo e farlo conoscere

gaetano alborino

Ho visitato la mostra In-Canto di Ilaria Abbiento nell'Acquedotto Augusteo dopo aver apprezzato un lavoro dell'Artista al PAC di Milano, un anno fa, incentrato sul mare e sul respiro che trasmette. Sono sceso per i gradini dell'Acquedotto entrando in un'atmosfera quasi onirica, richiamato dal canto di una balena. Più i gradini mi portavano in basso, maggiore cresceva la sensazione di immergermi con la balena stessa. L'amore per il mare, o direi con l'elemento acqua, che l'Artista mette in campo mi ha avvolto (sarei rimasto più a lungo in quel liquido amniotico che erano le luci blu, soffuse ed affabulatrici). L'Acquedotto Augusteo mi è parso il luogo più adeguato in città per ospitare una esposizione legata al mare: acqua con acqua. Mi complimento con Ilaria Abbiento per la sua poetica del mare e per i gerenti dell''Acquedotto che ne hanno consentito l'esposizione. Grazie.

Federica Barletta

Sono stata all’acquedotto per la mostra In-canto di Ilaria Abbiento e ne sono rimasta affascinata.
Il sommerso ti travolge da subito, con l’ammaliante canto delle balene che ti accoglie e ti accompagna in un viaggio dove il mare diventa sacro nel buio del blu profondo, nelle luci che fanno capolino e negli azzurri scintillii. La presenza umana resta sospesa in una manciata di respiri in apnea sott’acqua, silenziosi, perché nulla possa violare quella sacralità.
La magia cui si assiste coinvolge vista e udito e per i più sensibili, anche il cuore.

Stefania D'Andrea

Sembra quasi di essere in un'altra dimensione, un altro tempo. Questo sito meriterebbe maggiore visibilità.
Grazie a Paola che ha saputo accompagnare anche i più piccoli in un viaggio temporale😊

Raffaella Vitiello

Deludente la mostra incanto, non mi ha trasmesso particolare emozione, ne' quanto descritto nel foglio di presentazione che mi è stato consegnato(qualche luce blu', un video in loop della battigia del mare, una scritta luminosa ed unico elemento d'impatto il verso delle balene) l' acquedotto è ben tenuto, i locali ampi avrebbero consentito un' installazione più suggestiva magari con proiezioni sulle pareti di pesci e balene accompagnate dalla voce sia del mare (onde) sia delle balene ( canto) non lo consiglio.

pamela ameduri

Accompagnati da esperti conoscitori del luogo, abbiamo scoperto una parte di un'opera ingegneristica magistrale che parte dall'avellinese e si conclude alla piscina mirabilis. Ma l'ospitalità dei napoletani non si è fatta attendere con degustazione di ottimo vini del sannio e precisamente delle cantine PIETREFITTE di Torrecuso.